Energia e Comportamento

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Uno dei primi a parlare in termini energetici fu proprio Freud. La cosiddetta psicologia dinamica si fonda su un concetto energetico e il postulato stesso di libido si riferisce a una forma non meglio specificata di energia, abbandonata ad un certo punto dallo stesso Freud perché non poteva provarne scientificamente le basi fisiologiche. Per Boadella e Liss  “la bioenergia si riferisce a un fenomeno che ha una molteplicità di manifestazioni, e tuttavia le sue proprietà principali e la sua sorgente sono invisibili. Pertanto, dobbiamo riesaminare il concetto studiandone la storia e i primi segni della sua presenza. Iniziando da Darwin, Freud e Lorenz, osserviamo che i vari concetti di energia vitale, che chiamiamo ‘bioenergia’, sono simili”, e introducono il concetto interessante di energetica del comportamento.

È ancora Freud che nell’enunciare il suo concetto di pulsione, (Trieb in tedesco, distinto da Instinkt), la definisce come qualcosa che si situa nel territorio intermedio tra lo psichico e il somatico. La pulsione è un processo dinamico, una carica energetica che consiste in una spinta, ha la sua fonte in un eccitamento somatico, uno stato di tensione che tende a sopprimere. Una fonte di eccitazione interna alla quale l’organismo non può sfuggire, che costituisce la molla del funzionamento dell’apparato psichico. Freud si domanderà se si tratta di una forza somatica o di un’energia psichica, postulando un dualismo di difficile soluzione.  Secondo Jung la libido è un’energia psichica nella quale siamo immersi, come forza centrale dalla quale la psiche individuale si differenzia. Abbiamo poi il biologo tedesco Kammerer che ipotizza l’esistenza di una “energia vitale formativa” distinta da altre forme di energia ma trasformabile in esse, che ricorda molto da vicino la “tendenza attualizzante” di Rogers; Darwin parlava di forza nervosa; Lorenz a sua volta parla di “certi istinti fondamentali, ciascuno dei quali produce un accumulo di energia. L’energia aumenta finché non viene scaricata, dopo essere stata scaricata nell’atto della consumazione, si accumula di nuovo gradualmente…”. Quest’ultima descrizione del metabolismo energetico è molto simile al modello della carica/scarica descritto da Reich già dodici anni prima, e che secondo Boadella e Liss lo portarono a scoprire il “ponte che collegava lo psichico e il somatico”.

 La questione è quindi quella di capire che cosa è l’energia e che tipo di principio esplicativo rappresenta, a quale struttura nascosta ci riferiamo nello spiegare un evento, soprattutto quando desideriamo spiegare la realtà umana.

La critica su Reich si è trovata concorde nel sostenere che tutto il pensiero reichiano è attraversato dal tentativo di tenere insieme le due posizioni all’epoca predominati, il vitalismo e il meccanicismo, attraverso il ricorso all’energia vitale. Da un lato Reich condivideva il rifiuto dei vitalisti di applicare agli organismi viventi le leggi e il linguaggio della fisica tradizionale di matrice positivista. D’altra parte la formazione materialistica di Reich reagiva al tentativo di attribuire alla natura un finalismo metafisico e un’intenzionalità. Reich cercherà di risolvere questo conflitto, tra rifiuto della metafisica e rifiuto del meccanicismo, attraverso il suo “pensiero funzionale” e l’introduzione (scoperta) dell’energia orgonica.  Reich segue quindi una prima intuizione di Freud secondo cui l’energia libidica, veicolata attraverso l’organismo, può dare luogo ad accumuli e a particolari intossicazioni, nocivi per l’individuo: le nevrosi attuali o da stasi. Nei nevrotici, affermerà Reich, l’incapacità di scaricare la libido attraverso la piena potenza orgastica conduce alla incapacità di mantenere l’equilibrio energetico ad un livello accettabile, i nevrotici sarebbero individui gravati da queste stasi energetiche e che per questo hanno perso la capacità di godere della funzione naturale del piacere in quanto tale, tema che sarà centrale per Lowen.

La libido che si accumula e che non trova modo di essere scaricata, si muta ad un certo punto nel suo contrario, nell’angoscia. Ma anche in questo discorso sorge la domanda: di quale energia si sta parlando? Dovrebbe essere presente il fatto che Reich sta parlando di un fenomeno del funzionamento energetico che rinvia al più fondamentale e profondo “riflesso vitale” e ai modi del manifestarsi dell’energia orgonica onnipervadente: come evidenziano Boadella e Liss “ciò che interessò Reich fu il fatto che questi ritmi mettevano in luce un processo energetico fondamentale, un processo che poteva essere influenzato negativamente dal modo in cui la società trattava i giovani animali o bambini, un processo che egli avrebbe potuto aiutare a ristabilire attraverso la sua terapia”. Si tratta quindi di un ritmo ancestrale del corpo, un riflesso vitale presente ancor prima della nascita. Sembra che il ricorso al costrutto di “energia” segua l’esigenza di individuare un tipo di linguaggio che permetta di descrivere la complessità dei fenomeni che si presentano all’osservazione dei sistemi viventi, organismi ed esseri umani, nell’interfaccia tra interno ed esterno, tra psiche e soma, nel tentativo di rispondere ai quesiti posti dalla crescita, sviluppo, organizzazione, coerenza, cambiamento, ecc.

Secondo Reich l’energia orgonica funziona attraverso spinte pulsatorie: nel suo stato libero l’energia dell’orgone si muove disegnando onde a spirale, ma una volta incapsulata da una membrana, l’energia conserva il suo movimento trasformandolo in pulsazione. Tutti i disturbi e le malattie, secondo Reich, sono interruzioni della pulsazione naturale, la vita stessa è pulsazione ed è rappresentata come pulsazione, e se interferisci con la pulsazione interferisci con la vita. Lowen è sulla stessa linea quando ci spiega che: “ogni organismo è circondato da una membrana che lo separa dall’ambiente determinandone l’esistenza individuale. Questo vuol dire che è un sistema di energia auto-contenuta e che tutti gli scambi con l’ambiente avvengono tramite questa membrana. La salute di un organismo dipende dal corretto funzionamento della membrana”. Nell’essere umano quest’interferenza nella pulsazione si manifesta in modo evidente nell’antagonismo di cui già parlava lo stesso Reich, tra le due componenti del sistema nervoso autonomo, il simpatico e il parasimpatico. Nella Funzione dell’orgasmo Reich nota come l’innervazione parasimpatica entra in funzione quando c’è espansione, estensione, iperemia, turgore e piacere. L’innervazione simpatica agisce invece quando l’organismo ha una contrazione, richiama il sangue dalla periferia o mostra pallore ansia o dolore. Dice ancora Lowen che “l’azione parasimpatica favorisce l’espansione dell’organismo e il contatto con l’ambiente, ossia una reazione piacevole. L’azione simpatica produce una contrazione e una difesa dall’ambiente, vale a dire una reazione al dolore”.

Secondo Boadella e Liss, sulla scia di Reich, il corpo può essere considerato un sistema ritmico che si muove in modo costante reagendo agli impulsi di espansione e di contrazione. Questi impulsi non solo provocano dei mutamenti dei tessuti interni che costituiscono il settore di ricerca della medicina psicosomatica. I movimenti spontanei dell’organismo durante l’orgasmo, a livello cellulare, muscolare, ecc., sono espressioni della stessa pulsazione biologica dei flussi libidici di Freud. “Questa pulsazione biologica è essa stessa un processo energetico”, ovvero, la pulsazione biologica durante l’orgasmo, i movimenti involontari del corpo nel riflesso dell’orgasmo, sono manifestazioni di una più profonda pulsazione energetica, il ritmo fondamentale della vita. Desta interesse, a mio avviso, la distinzione precedente tra due livelli, quello dei tessuti interni del corpo, da un lato, e quello delle manifestazioni emotive, dall’altro. Questi due livelli furono ricompresi da Reich all’interno del concetto di Biopatia. La medicina psicosomatica da un lato e la psicoterapia dall’altro, non potevano spiegare la complessità di fenomeni che si basavano su più profondi processi energetici, al di sotto della separazione tra mente e corpo, tra psiche e soma. Nel sistema Reichiano si parla, infatti, di identità funzionale tra psiche e soma, non di relazione, come avviene nella medicina psicosomatica. Cominciamo quindi ad entrare più in profondità nel linguaggio di Reich. Al di sotto della separazione egli individua un livello più profondo, quello dei processi energetici, livello nel quale psiche, corpo, ed emozioni, sono manifestazioni di un unico processo energetico indistinto, di cui rappresentano diversi gradi di rarefazione. È quindi al funzionamento energetico stesso che si volge la sua attenzione, non tanto alle manifestazioni secondarie di questo processo fondamentale. Allo stesso modo Lowen afferma: “non è importante conoscere la forma finale di questa energia basilare. Noi lavoriamo sulla base dell’ipotesi che esista nel corpo umano un’energia fondamentale, comunque essa si manifesti, e cioè in fenomeni psichici o in movimenti somatici. Definiamo questa energia semplicemente ‘bioenergia’. I processi psichici, così come i processi somatici, sono determinati dall’azione di questa bioenergia e tutti i processi vitali si possono ridurre a sue manifestazioni”.

Il costrutto di energia ci aiuta sul piano pratico a rispondere almeno parzialmente al  problema della forma: forma del corpo, degli organismi viventi e degli esseri umani, organizzazione delle tensioni dell’organismo nei vari distretti, differenziazione di differenti tratti caratteriali, individuazione degli anelli di tensione, ecc., quella che Boadella definisce la morfologia dinamica del corpo. Qui il linguaggio si fa molto intuitivo, ad esempio l’energia può essere intrappolata al di sopra del collo, e si ha la tendenza ad identificarsi col pensiero, tendenza che può allentarsi quando l’energia si ridistribuisce, grazie all’allentamento della tensione nel collo, ossia grazie al ripristino di una comunicazione tra i segmenti: in sostanza  il carattere è l’espressione di come si organizza e si distribuisce la carica all’interno del corpo, e c’è un rapporto di analogia tra l’energia e le strutture caratteriali. In termini “funzionali” è il modo in cui, a partire dai processi energetici profondi, il sistema/organismo si organizza/auto-organizza: a questo livello è il ‘funzionamento’ che organizza il nucleo dell’essere, organizza respiro e movimento nello stesso modo – come respiriamo, come facciamo l’amore, come pensiamo. A questo livello profondo, mente, corpo, emozioni, azioni, sono la stessa cosa. Al livello più fondamentale c’è quello che Reich chiama il nucleo. Nell’idea del funzionamento energetico si parte dall’assunto che l’energia non cambia mai la sua funzione. Ci possono essere delle interferenze, dei blocchi, ma l’energia non scompare e cercherà sempre di assecondare la sua funzione naturale. Nei termini della psicologia umanistica c’è una tendenza attualizzante, una innata spinta del Sé verso la propria autorealizzazione.

 

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