Una delle categorie fondamentali del pensiero taoista è quella della spontaneità (tzu-jan), con la quale si intende uno stato di naturalezza, nella quale ciascuno esprime ciò che è di per sé. L’invito è dunque quello di tornare alla spontaneità. In questa convinzione è racchiusa anche l’idea della perfezione individuale (te), normalmente tradotta come virtù, ma che in realtà esprime l’idea secondo cui ogni creatura è già perfetta così come è, possedendo già in sé quel bagaglio di doti che gli permettono di realizzare le proprie inclinazioni, e di sbrogliarsela in qualunque situazione.
Ogni essere è dotato di una abilità che gli è peculiare che gli viene attribuita dal Tao, secondo un meccanismo spontaneo, in modo che ognuno possa compiere la propria funzione naturale. L’imperfezione non esiste, ogni creatura è già perfetta, e di questo l’uomo saggio se ne avvede. Secondo il taoista esiste una sorta di potere autocurativo nella natura, che è in grado di espletare il suo compito nella misura in cui non si interferisce con esso. Cosciente di ciò il saggio taoista non si porrà mai come maestro e non cercherà di migliorare il prossimo. Egli comprende che questo significherebbe misconoscere la dignità e le possibilità degli altri. Per questo il suo intervento consiste nel non intervenire. Ciò comunque non toglie che qualcosa accada. Il problema è che finché si desidera qualcosa si vuole che il corso delle cose sia diverso da come esso è: in questo modo si impone una forma di violenza, si cerca di manipolare le cose a proprio piacimento, alimentando continuamente le proprie aspettative. Non azione significa invece agire senza essere spinti da brama o da desiderio, permettendo al corso del mondo di essere proprio come deve essere. La via, il Tao, non agisce, eppure non c’è niente che non venga fatto. La via è naturale ma si deve essere pronti ad accettare ogni aspetto dell’esistenza. Il non fare è un tipo di azione che non interferisce con il corso della natura. Per questo viene detta azione senza interferenza. Ma non è tutto. Si parla di azione senza interferenza anche perché il non-fare è un tipo di azione senza l’interferenza del mentale, un’attività compiuta senza la consapevolezza di stare compiendo un qualche tipo di attività.