Analisi Funzionale: Psicoterapia Corporea e Regolazione Energetica

L’Analisi Funzionale, sviluppata da Will Davis e da Lilly Davis, è un modello di psicoterapia corporea che si focalizza sulle dinamiche energetiche del corpo e sulla loro relazione con il funzionamento psicologico ed emotivo dell’individuo. Questo approccio si distingue per il suo orientamento alla regolazione dell’energia interna e alla qualità del contatto terapeutico, piuttosto che sull’espressione catartica delle emozioni.

Pilastri Fondamentali

  1. Il Concetto di Energia e il Minimo Stimolo
    L’Analisi Funzionale parte dall’assunto che il sistema energetico umano opera secondo un principio di regolazione ottimale. Will Davis utilizza il concetto di “Minimo Stimolo”, che si riferisce alla capacità del terapeuta di lavorare con interventi sottili, evitando un’eccessiva attivazione emotiva e facilitando un processo di integrazione profonda. Questo principio si oppone all’idea che il cambiamento terapeutico debba necessariamente passare attraverso una forte attivazione emotiva o una scarica energetica intensa. Il “Minimo Stimolo” si basa sull’idea che il corpo e la mente possiedano una capacità innata di autoregolazione, che può essere facilitata attraverso interventi delicati, ma mirati. Questo approccio è particolarmente utile per persone con traumi o sensibilità psicofisiologiche, che potrebbero essere sopraffatte da tecniche più aggressive. Il terapeuta, quindi, utilizza una presenza consapevole e un contatto calibrato per favorire la riattivazione delle risorse interne del paziente, senza forzare il processo.
  2. Il Sistema Connettivo come Memoria Corporea
    Un aspetto distintivo dell’Analisi Funzionale è il ruolo del tessuto connettivo (fascia) come struttura che immagazzina e regola le esperienze emotive. Il sistema connettivo è visto come un “organo della continuità”, che collega e integra le diverse parti del corpo e dell’esperienza psico-emotiva. La fascia non è solo un supporto anatomico, ma una rete viva e interattiva che partecipa alla trasmissione delle informazioni tra corpo e mente. Studi scientifici dimostrano che il tessuto connettivo possiede una sensibilità alla pressione, al movimento e alla tensione, fungendo da intermediario nella regolazione dell’energia e delle emozioni. Nell’Analisi Funzionale, il lavoro sulla fascia aiuta a sbloccare tensioni profonde e a ristabilire la continuità dell’esperienza corporea. Tensioni croniche nella fascia possono essere interpretate come registrazioni di esperienze traumatiche o di schemi relazionali disfunzionali. Attraverso tecniche specifiche, il terapeuta facilita il rilascio graduale di queste tensioni, permettendo al paziente di accedere a nuove sensazioni di integrazione e benessere. Inoltre, la fascia è coinvolta nel mantenimento della postura e nell’espressione corporea delle emozioni. Il suo stato di tonicità o rigidità può riflettere pattern psico-emotivi consolidati nel tempo. Lavorare su di essa consente di modificare la qualità dell’esperienza interna e di promuovere un cambiamento più duraturo rispetto agli approcci basati esclusivamente sulla parola.
  3. Il Ruolo della Fascia nella Psicoterapia Corporea
    L’Analisi Funzionale riconosce l’importanza della fascia non solo in ambito biomeccanico, ma anche come struttura che organizza il flusso energetico e le dinamiche emotive. La plasticità della fascia consente di immagazzinare e rilasciare informazioni somatiche ed emotive. Attraverso il lavoro corporeo specifico, il terapeuta aiuta il paziente a sciogliere tensioni fasciali che possono essere collegate a traumi o blocchi emotivi profondi. Questo intervento mira a migliorare il senso di coesione interna, facilitando l’esperienza di un corpo più fluido e connesso. A differenza di approcci più strutturali, che vedono la fascia come un sistema di sostegno meccanico, l’Analisi Funzionale la considera una rete di comunicazione che riflette e regola l’equilibrio psicofisico dell’individuo.
  4. Instroke e Contatto Terapeutico
    L'”Instroke” è un concetto chiave che indica il movimento dell’attenzione e dell’energia verso l’interno, favorendo un processo di radicamento e regolazione interna. L’Instroke è l’opposto dell’outstroke, ovvero l’impulso energetico che si muove verso l’esterno. Mentre molte tecniche psicocorporee enfatizzano l’espressione e la liberazione emotiva, l’Analisi Funzionale sottolinea l’importanza di sviluppare la capacità di dirigere l’attenzione e l’energia verso l’interno per accedere a una maggiore autoregolazione e stabilità. Questo processo facilita l’integrazione dell’esperienza corporea, migliorando la consapevolezza di sé e il senso di continuità interna. Il contatto terapeutico gioca un ruolo cruciale in questo processo. Può essere verbale, attraverso un linguaggio che guida il paziente a focalizzarsi sulle sensazioni corporee, oppure fisico, con tocchi leggeri e mirati che facilitano l’accesso a stati profondi di rilassamento e integrazione.
  5. Approccio Non Catartico e Autoregolazione
    A differenza di altri modelli di psicoterapia corporea che privilegiano la scarica emotiva, l’Analisi Funzionale si concentra sull’autoregolazione, promuovendo processi di riorganizzazione interna attraverso interventi delicati e progressivi. L’autoregolazione è vista come la capacità del sistema corpo-mente di mantenere uno stato di equilibrio senza bisogno di stimoli esterni intensi o interventi invasivi. Invece di cercare un rilascio immediato delle emozioni, l’obiettivo è aiutare il paziente a sviluppare strumenti per gestire e integrare le proprie esperienze in modo sostenibile. Questo approccio è particolarmente indicato per persone con traumi complessi o ipersensibilità emotiva, per le quali un’eccessiva stimolazione potrebbe risultare disorganizzante. Attraverso tecniche di respirazione, focalizzazione corporea e contatto terapeutico, il paziente apprende a riconoscere e modulare il proprio stato interno, accedendo a un senso più profondo di stabilità e resilienza.

Caratteristiche Distintive

  • Focalizzazione sulla qualità del contatto terapeutico anziché sulla semplice espressione emotiva.
  • Utilizzo di interventi minimi per favorire processi di autoregolazione sostenibili.
  • Ruolo centrale del sistema connettivo come mediatore tra corpo ed emozioni.
  • Valorizzazione del movimento interno (Instroke) come strumento per la crescita personale.
  • Approccio non invasivo e orientato alla profondità piuttosto che alla drammatizzazione del vissuto.

L’Analisi Funzionale di Will Davis rappresenta un modello innovativo nel panorama della psicoterapia corporea, integrando conoscenze sulla fascia, sull’energia e sulle dinamiche psicologiche in un approccio che enfatizza la regolazione interna e il contatto terapeutico consapevole. Questo metodo offre un’alternativa sofisticata e rispettosa ai modelli più espressivi, rendendolo particolarmente utile per il lavoro con pazienti che necessitano di un processo terapeutico delicato e profondo.

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Contatto fisico in Psicologia: scopi e benefici

Contatto e creazione dell’immagine corporea

Il contatto fisico viene usato in psicologia somatica poiché è mediatore di diversi effetti benefici per l’organismo e per la persona. Migliora le capacità propriocettive e interocettive, portando a una definizione dello schema corporeo e alla creazione di confini sani. La consapevolezza del proprio corpo è migliorata attraverso la stimolazione dei meccanocettori fasciali, che attivano la via spino-talamo-corticale, portando a un maggior contatto con le emozioni e con i sentimenti viscerali. È importante comprendere questa doppia via di comunicazione tra cambiamenti tissutali e sensazioni intero e propriocettive, per poterla utilizzare in terapia. Spesso i pazienti riportano sensazioni riguardanti la percezione del loro corpo, come calore, leggerezza, pesantezza, un aumento nella sensazione di spazio interno, una sensazione di maggiore fluidità, ecc.

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scaleni

Il tocco come forma primaria di relazione

Il perché dell’uso del tocco nella psicologia somatica e nelle psicoterapie corporee

Prima della nascita della psicoanalisi e della psichiatria, il massaggio era compreso tra i metodi di trattamento e cura per chi soffriva di condizioni nervose, e indicato spesso come trattamento da parte dei medici. È in questo tipo di contesto che Freud sviluppa il metodo della psicoanalisi. Sebbene la psicoanalisi sia nota per non toccare i pazienti, ci sono delle eccezioni degne di nota, ed è significativo che, nonostante la credenza diffusa (la regola della neutralità e il divieto di contatto tra analista e analizzato) risulti che lo stesso Freud, e con lui anche Groddeck, ricorressero all’utilizzo del massaggio con alcuni pazienti.

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Concetti Funzionali Energetici di Reich

Tutto Ciò Che Avresti Sempre Voluto Sapere Sui Concetti Energetici Di Reich Ma Non Hai Mai Osato Chiedere

WILL DAVIS

(Il presente articolo è una traduzione dall’inglese di un manoscritto dello stesso Will Davis)

INTRODUZIONE

  Iniziamo dai problemi. In primo luogo Reich ha chiamato il proprio modello della forza creativa, energia orgonica cosmica. Il problema è che l’energia orgonica non segue le leggi di ciò che la fisica chiama energia e, di conseguenza, non può essere considerata un’energia in senso scientifico. Ciò che capisco da Reich è che l’energia orgonica cosmica è un precursore, un substrato, da cui le classiche energie meccaniche della fisica emergono: calore, luce, suono, magnetismo, elettricità. Sono una trasformazione manifesta dell’energia cosmica dell’orgone. Lo stesso è vero per la forza vitale che ha le sue radici nel funzionamento non manifesto dell’energia cosmica dell’orgone. Tutte le energie meccaniche e fisiche sono presenti nei nostri corpi e giocano un ruolo importante nell’informare e formare noi stessi. Questo tema diverrà più chiaro man mano che spiegheremo il funzionamento dell’orgone. Ne faccio cenno ora poiché Reich e altri, incluso me stesso, scambiano di volta in volta l’energia orgonica cosmica, l’orgone, l’energia dell’orgone, la bioenergia, la forza vitale e le energie.

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Il Ruolo dell’Empatia nell’Analisi del Carattere

 

Il lavoro del Reich della prima fase, quella di “Analisi del Carattere”, può essere visto come il prototipo degli approcci confrontativi e attivi nell’analisi delle difese e delle resistenze. Tali approcci sono considerati mancanti di empatia poiché sollecitano la vulnerabilità narcisistica dei pazienti. Kohut si è schierato a sfavore di quello che chiamava il modello della penetrazione dell’inconscio per mezzo del superamento delle resistenze, presentando a sua volta una visione della resistenza come “ valida mossa per mettere in salvo il Sé, per quanto debole e difensiva, contro la distruzione e l’invasione”.

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Il Corpo e il suo Linguaggio

 

Mi piace immaginare il corpo come un paesaggio. Esso manifesta ciò che riguarda la sua storia emozionale e i sentimenti profondi che hanno strutturato il carattere e la personalità. Le posizioni, le proporzioni, il tono, il colore della pelle, il modo di muoversi, le tensioni e la vitalità, rivelano la persona e testimoniano il nostro incedere nella vita e attraverso lo spazio.

Spesso riusciamo a immaginarci il modo di vivere di una persona semplicemente osservando il suo modo di camminare: spalle reclinate, testa curva, torace incavato o espanso, andatura lenta o frenetica, riflettono i sentimenti sottostanti.

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La distorsione della forza vitale

 

Quello che come esseri umani desideriamo maggiormente in uno stato di salute è di sentirci vivi. Il sentimento di essere pienamente vivi si associa alla sensazione di connessione autentica con il nucleo profondo della nostra vitalità, l’Endo-Sè, il nucleo non danneggiato, il “volto originario prima della nascita”.

 

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Regolazione del sé ed emozioni

COME PORTARE LA REGOLAZIONE DEL Sé NELLA PRATICA CLINICA

 

L’auto-regolazione ha a che fare con la regolazione degli affetti, il modo in cui gestiamo le nostre emozioni: come affrontiamo la tristezza, la rabbia, l’eccitazione, le sfide, la paura e la gioia. I segnali della disregolazione emotiva sono legati principalmente all’incapacità di percepire e sentire le nostre emozioni e il nostro corpo. Spesso siamo sopraffatti dalle nostre emozioni, o sentiamo che qualcosa resta sempre irrisolto, compresso o inespresso. La capacità di percepire e gestire le nostre emozioni è essenziale per il nostro benessere: siano esse positive o negative, potenti come la rabbia, o difficili come la tristezza, l’ansia e la depressione. Quando questo non è possibile allora può esserci uno stato di disregolazione.

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il protoplasma

Cos’è il Plasma

Si può rintracciare una relazione – o meglio una identità funzionale – tra plasma biologico e struttura emozionale, fisica e psichica  dell’individuo. Per descrivere la natura pulsatoria di tutto ciò che vive, Reich faceva riferimento al movimento ondulatorio dell’ameba e a come il suo plasma fluisca verso la periferia e ritorni verso il centro con movimenti ritmici, pulsanti. Aggiungeva anche che il plasma si espande verso il piacere e si contrae in direzione del centro quando incontra dolore e paura. Domandiamoci quindi che cos’è il plasma? Il plasma, o sostanza di base, è lo stato semi-liquido che circonda tutti i tessuti fino al livello cellulare.

Questa forma di plasma è anche chiamata matrix (matrice) intercellulare, extra-cellulare o tessutointerstiziale. È la materia tra ciascuna cellula e le cellule circostanti. È l’ambiente immediato di tutte le cellule. È l’oceano in cui è immersa ogni cellula di tutto il corpo. È il mezzo in cui ciascuna cellula si nutre e dove espelle i suoi detriti.

Non appena questo “oceano” si inquina con tossine, o per disidratazione, contrazione o infezione, non può più continuare a nutrire e pulire le cellule. Il metabolismo diminuisce e il nutrimento ne soffre. In situazioni di intenso stress, in condizioni di sofferenza sia fisica che psichica profonde, questo stato di denutrizione diventa cronico, bloccando lo scambio di energia sia fisica che psichica.

La contrazione plasmatica non permette al nutrimento di passare attraverso e dentro l’organismo. Non permette nemmeno all’organismo di espellere le sue tossine e di autopulirsi. Questo è vero non solo per il nutrimento fisico attraverso il cibo, il calore e così via, ma anche per il nutrimento psichico ed emozionale, come l’amore e la disponibilità. Il contatto viene allora sentito come invasione.

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Portare la Pulsazione negli Occhi

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pulsazione energetica negli occhi

Lavoriamo in modo strutturato sugli occhi, che insieme  a mani e  piedi, offrono il miglior tipo di contatto con la realtà. Il radicamento di una persona, sia fisico che psichico, non dipende unicamente dal rapporto del corpo con la terra e con la gravità, dipende soprattutto dal funzionamento dei suoi occhi.

Si può quindi parlare anche di un grounding a livello oculare. Oltre ad esercizi fisici e al tocco su punti del segmento oculare, usiamo esercizi verbali rivolti al processo in corso, basati sul concetto di pulsazione.

Se consideriamo il corpo come un insieme di segmenti, respirare e vedere sono la migliore rappresentazione della pulsazione di base dell’organismo nel suo complesso; perciò, quando lavoriamo sulla pulsazione del segmento oculare, spesso entriamo in contatto con la più profonda pulsazione primaria: il modo in cui una persona “vede” il mondo rispecchia la sua attitudine verso la vita.

Lavoriamo verbalmente per portare ad un più chiaro livello di coscienza l’esperienza dello stato di pulsazione negli occhi e per ampliarne il raggio, esplorando le diverse possibilità.

Attraverso questo tipo di lavoro è possibile sperimentare la sensazione di fluire con gioia fuori dagli occhi, sentendo la possibilità di una forma più profonda e gioiosa di contatto col mondo.

Allo stesso tempo cerchiamo di comprendere quali sono gli ostacoli che impediscono questo libero fluire, a che livello si innesca il meccanismo che impedisce il contatto e che smorza l’esperienza, e come questa difficoltà si rispecchi nel modo di vivere peculiare ad ognuno.