Regolazione del sé ed emozioni

COME PORTARE LA REGOLAZIONE DEL Sé NELLA PRATICA CLINICA

 

L’auto-regolazione ha a che fare con la regolazione degli affetti, il modo in cui gestiamo le nostre emozioni: come affrontiamo la tristezza, la rabbia, l’eccitazione, le sfide, la paura e la gioia. I segnali della disregolazione emotiva sono legati principalmente all’incapacità di percepire e sentire le nostre emozioni e il nostro corpo. Spesso siamo sopraffatti dalle nostre emozioni, o sentiamo che qualcosa resta sempre irrisolto, compresso o inespresso. La capacità di percepire e gestire le nostre emozioni è essenziale per il nostro benessere: siano esse positive o negative, potenti come la rabbia, o difficili come la tristezza, l’ansia e la depressione. Quando questo non è possibile allora può esserci uno stato di disregolazione.

Una delle conseguenze principali dei traumi precoci, sia si parli di eventi traumatici improvvisi, sia ci si riferisca a traumi cumulativi che si producono all’interno di relazioni significative, come nel caso dell’abuso emotivo, è rappresentata dalla mancanza di autoregolazione, emozionale e fisiologica, conseguenza di una incapacità cronica di autoregolazione del sistema nervoso autonomo. Il trauma compromette la nostra capacità di regolare le emozioni e interferisce con funzioni fisiologiche fondamentali quali la respirazione, il battito cardiaco, la pressione sanguigna, il sonno, la digestione, ecc.

Per dirlo nel modo più semplice, l’auto-regolazione è la possibilità di riposarsi quando si è stanchi, e la possibilità di trovare modi salutari per liberarsi dallo stress quando questo si accumula nell’organismo: tutto ciò non è possibile quando i due rami simpatico e parasimpatico del sistema nervoso autonomo non riescono più a lavorare in buona alternanza, e in qualche modo si interferiscono.

Stati ansiosi, attacchi di panico, comportamenti compulsivi, depressione, dipendenze, disturbi dell’alimentazione, difficoltà a dormire, ecc., sono solo alcuni dei più comuni segnali di disregolazione.

All’inizio della vita è la connessione con la madre, con il corpo della madre, a funzionare come regolatore del sistema nervoso e del corpo del bambino. La capacità di autoregolazione è  appresa attraverso la relazione con la madre. Una connessione salutare madre-bambino è di importanza essenziale nel dar forma allo sviluppo successico. Ogni volta che una  madre tocca o accarezza o consola il proprio bambino, sta regolando il suo sistema nervoso: interrompere la connessione tra il bambino e la madre è traumatizzante e se il processo di regolazione tra madre e bambino subisce delle interferenze, il bambino non sviluppa le capacità basilari per l’auto-regolazione. La stabilità di questa connessione originaria è di particolare importanza nel dare forma alle modalità individuali di relazione col corpo, con il sé, e con gli altri.  Una capacità di auto-regolazione compromessa può influire negativamente sullo sviluppo della persona, creando continua instabilità e trasformando la vita in una lotta costante.

La disregolazione degli affetti è considerata al centro dell’eccessiva vulnerabilità allo stress e ai traumi che presentano alcuni individui, una mancanza di resilienza, e sembra essere un elemento centrale nelle problematiche fisiche e psicologiche.

C’è un bisogno di sentirci a nostro agio in noi stessi e nel nostro corpo, di sentirci regolati e “contenuti” per poterci sentire a nostro agio nella vita. Questo bisogno è talmente forte che quando siamo in uno stato di non regolazione cerchiamo ad ogni costo di trovare la regolazione di cui abbiamo bisogno. Le persone ricorrono al fumo nonostante sia nocivo per la salute perché offre loro una forma di regolazione, attraverso la nicotina che funge da ansiolitico. Lo stesso avviene per ogni comportamento o sostanza che induce abitudini autodistruttive di dipendenza, come le droghe, l’alcool, la sessualità, il cibo, il lavoro, il gioco d’azzardo.

Come portare nella pratica clinica il concetto di autoregolazione?

Va innanzitutto specificato che il focalizzarsi principalmente su ciò che è andato storto nella vita della persona, il concentrarsi sull’analisi dei problemi e delle cosiddette disfunzioni, non porta necessariamente a una migliore autoregolazione, in alcuni casi conduce invece a una disregolazione maggiore. Uno dei concetti chiave in Analisi Funzionale è quello di sostenere e supportare i modi sani di auto-regolazione dell’organismo e del sistema nervoso, enfatizzando il collegamento a quegli aspetti del sé che sono organizzati, coerenti e funzionali, per arrivare a ricongiurgersi con quel nucleo del sé, l’endo-sé, che è la riserva delle nostre energie originarie. Crediamo nel potenziale individuale di salute che può essere recuperato e riattivato con specifiche tecniche a sostegno della regolazione emozionale e del sistema nervoso autonomo per ripristinare la connessione e la vitalità. La tecnica di contatto dolce Points & Positions, offre all’organismo la possibilità di sperimentarsi in una nuova forma di contenimento e auto-regolazione, incoraggiando e stimolando il corpo a compiere quel processo di creazione di confini all’interno di un contatto profondo con l’altro, è lo stare in contatto stesso tempo con il sé e con l’altro. L’interazione e la vicinanza del terapeuta, il sintonizzarsi dei due su uno stesso ritmo di pulsazione, permettono al sistema disregolato del paziente di accordarsi su un nuovo registro di frequenza.

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