Ormai è riconosciuto il fatto che la rete fasciale di tessuto connettivo è uno dei nostri più ricchi organi sensoriali, se comparata all’innervazione del corrispettivo tessuto muscolare, la parte fasciale è innervata di un numero sei volte maggiore di nervi sensoriali. Per il rapporto sensoriale con il nostro proprio organismo – propriocezione, nocicezione e interocezione viscerale – la fascia rappresenta il principale organo percettivo.
Osserva Schleip che sebbene le varie terapie fasciali abbiano effetti positivi sulla rigidità dei tessuti e sulla mobilità passiva, non è ancora chiaro il processo fisiologico che sta alla base di tali risposte: “alcuni dei possibili meccanismi potrebbero essere dovuti a cambiamenti dinamici nel contenuto di acqua della sostanza di base del connettivo nonché ad altri fattori legati a cambiamenti nella struttura delle proteine.
Che cosa sappiamo della qualità sensoriale della rete fasciale? e quali risposte fisiologiche si innestano in risposta alla stimolazione dei recettori fasciali? Gli studi più recenti indicano che i recettori situati nella zona di transizione tra la fascia superficiale e la profonda, sembrano essere dotati di una densità di terminazioni nervose propriocettive di ricchezza eccezionale.
Un campo riscoperto di recente è l’interocezione fasciale, che si riferisce alla segnalazione, per lo più inconscia, che proviene da terminazioni nervose libere viscerali – così come da altri tessuti – che informa il cervello sullo stato fisiologico del corpo in relazione alla nostra necessità di mantenere l’omeostasi (Schleip e Jäger, 2012). Mentre le sensazioni dai recettori propriocettivi sono solitamente proiettate tramite la corteccia somatomotoria, la segnalazione da terminazioni enterocettive è trasformata, tramite la regione dell’insula nel cervello, ed è di solito associata con una componente emotiva o motivazionale. Questo campo promette anche interessanti implicazioni per la comprensione e il trattamento dei disturbi con una componente SomatoEmozionale, come la sindrome dell’intestino irritabile o l’ipertensione essenziale.
Questo ci fa capire come il lavoro di contatto manuale sulla fascia e sui tessuti connettivi, attraverso il tocco e la manipolazione, possa informare e influire in modo diretto sugli stati di attivazione fisiologica dell’organismo e sulle condizioni emotive, rappresentando un potente strumento di intervento. Da un lato si agisce direttamente sulla tensione nel muscolo e nel tessuto connettivo, dall’altro si agisce, in modo indiretto, sul sistema nervoso centrale, generando così un doppio canale di comunicazione che riconnete e restituisce integrità all’apparato psicofisico.